EDIFICIO CON DESTINAZIONE TURISTICO-RICETTIVA - Lecce, via di Ussano

Il recupero delle ex aree industriali e degli edifici industriali dismessi rappresenta oggi un’opportunità fondamentale per sviluppare nuove visioni progettuali di rinnovata urbanità sostenibile. Il progetto è maturato all’interno di una visione strategica fortemente orientata alla valorizzazione e rivitalizzazione del contesto. Innestandosi sulle precedenti operazioni di consolidamento statico e recupero strutturale già realizzate sul volume originario, resesi necessarie per mettere in sicurezza il fabbricato, il progetto ha inteso rielaborare il valore delle distinte componenti architettoniche mediante una puntuale riscrittura contemporanea delle stesse. La ri-composizione delle facciate stabilisce una chiara relazione con le scansioni ritmiche delle bucature originarie, ne accentua la definizione della gerarchia architettonica e funzionale già preesistente per le stesse e risolve, attraverso un disegno equilibrato e sobrio, pragmaticamente orientato a definire la distanza tra vecchio e nuovo, la rispondenza dei vuoti e dei pieni rispetto alla nuova organizzazione verticale e planimetrica delle distribuzioni interne, che sono state realizzate senza compromettere le componenti murarie originarie. Il progetto di recupero trova la sua espressione e completamento attraverso la chiusura del cavedio essitente mediante la realizzazione di un lucernario zenitale e l’invenzione di un coronamento architettonico al piano sommitale, che si costituisce quale cortina tecnico-decorativa in grado di completare il profilo esterno, dando unitarietà e proporzione all’intero complesso. Nella migliore architettura contemporanea italiana ed internazionale le aree destinate agli impianti e all’efficientamento energetico diventano un’opportunità importante per indagare e definire forme e soluzioni compositive il cui linguaggio, in piena coerenza con i contenuti funzionali, possa divenire parte integrante del progetto complessivo; talvolta ne costituisce una sorta di matrice. Pertanto l’impronta architettonica del nuovo progetto di riuso trova soluzione innovativa nell’ideazione di un elemento compositivo in grado di sottolineare la compiuta metamorfosi funzionale dell’opificio, chiaramente leggibile e distinguibile dal contesto, per mezzo di un coronamento architettonico costituito da un sistema di pannellature in rete stirata in acciaio brunito, ritmicamente scandito, che racchiude e profila la parte sommitale del volume lapideo, configurandosi come una scatola tecnica permeabile, che ordina, protegge e disciplina il sistema tecnico impiantistico, gli aggetti dei corpi scale, i volumi tecnici, i cavedi e le canne di evacuazione che si innalzano dal lastrico solare. L’idea progettuale risolve inoltre il problema dell’accessibilità al lastrico stesso, che potrà essere utilizzato come terrazza privilegiata dagli utenti della struttura per godere di un rapporto diretto con lo skyline urbano. La scatola architettonica costituirà pertanto un nuovo elemento di forte riconoscibilità e carattere, contribuendo in maniera determinante a ridefinire la lettura del parallelepipedo in pietra leccese, reinventandone la presenza architettonica ed il suo ruolo nel contesto. Nell’ambito del recupero si è posta particolare attenzione ai temi della sostenibilità e dell’efficientamento energetico dell’edificio. Dove è stato possibile si è ricorso a strategie di tipo passivo e bioclimatico, sfruttando i fattori della ventilazione naturale e dell’ombreggiamento; è stato inoltre previsto l’impiego integrato di impianti fotovoltaici, moduli solari termici a circolazione forzata, pompe di calore aria-aria ad alta efficienza. La corte assume il ruolo di cerniera “aperta” per l’intero volume, fornendo una soluzione tanto alle distribuzioni orizzontali quanto a quelle verticali. In virtù della realizzazione di una copertura trasparente sommitale e di un volume architettonico in cristallo che ospita gli ascensori a servizio dei diversi piani tramite l’innesto ai ballatoi, la corte coperta diviene l’elemento centripeto di connessione di tutti i servizi, tanto quelli squisitamente connessi alla gestione della struttura recettiva, quanto quelli più “aperti” e urbani quali il bar-caffetteria, il ristorante, e la sala polifunzionale per eventi e mostre. Nella logica urbana, la riqualificazione funzionale dell’edificio è anche l’occasione per trasferire valore all’uso civico dei suoi spazi. A tal fine l’area di proprietà posta a nord del fabbricato è stata ripensata come vera e propria piastra urbana, con l’intento di creare una piazza semi-pubblica in grado di definirsi anche come cerniera e favorire le connessioni ed i passaggi pedonali all’interno del comparto.